Conoscere, ascoltare, rispettare: educare un gatto è costruire ogni giorno una convivenza più serena. Ecco le indicazioni da tenere a mente.
Uno
studio giapponese, che ti abbiamo raccontato nel nostro articolo “
Gatti e scienza: tre ricerche raccontano i loro comportamenti” ha dimostrato che i gatti
capiscono perfettamente il proprio nome, ma decidono se rispondere oppure no. Ecco, questo già basterebbe a spiegare perché
educare un gatto non sarà mai come
educare un cane. Eppure, chi convive con un felino sa bene che
qualche piccolo trucco può funzionare. Non per “addestrarlo”, ma
per costruire una convivenza equilibrata, in cui anche il divano sopravvive e la lettiera viene usata come si deve.
Quindi:
come educare un gatto? Con rispetto, una buona dose di pazienza e alcune indicazioni da tenere a mente.
Prima regola: conoscere il gatto e dedicargli tempo
I gatti non sono né disubbidienti né ostinati. Semplicemente, è
nella loro natura mantenersi indipendenti. Se qualcosa non ha senso per loro, non la faranno. Se qualcosa gli piace, lo faranno. E se qualcosa li diverte, lo faranno ancora, e ancora, e ancora.
Ecco perché il
primo passo per educare un gatto è conoscerlo davvero. Osservarlo, capire cosa lo incuriosisce, quali suoni attirano la sua attenzione, dove ama dormire e quando è più rilassato. Ci sono mici che apprendono in fretta, altri che si distraggono facilmente, altri ancora che ci mettono alla prova ogni giorno. Ma
quasi tutti (a modo loro)
possono imparare ad associare un gesto o una parola a un’azione, soprattutto se questa associazione porta qualcosa di positivo.
In questo senso, è fondamentale
usare sempre lo stesso tono e la stessa parola per indicare un comportamento. I gatti sono ottimi osservatori, ma hanno bisogno di coerenza per imparare a riconoscere i segnali.
Anche il
tempo passato insieme e il
gioco sono alleati preziosi. Giocare con il tuo gatto aiuta a costruire fiducia e intesa reciproca. Capire se preferisce rincorrere una piuma, scalare un tiragraffi o inseguire un suono particolare ti permette di entrare nel suo mondo e, con il tempo, usarlo a tuo vantaggio.
Inoltre un gatto che si diverte è più sereno, rilassato e aperto ad apprendere piccole regole di convivenza.
Rinforzo positivo: il tuo miglior alleato
Se c’è una cosa che funziona davvero quando si tratta di
educare un gatto (o un cane), è il
rinforzo positivo. Che tradotto nel linguaggio dei nostri amici animali significa: “se fai questa cosa, succede qualcosa di piacevole”.
Premiare un comportamento corretto è molto più efficace che punire quello sbagliato. Anzi: le punizioni non funzionano quasi mai e possono incrinare il rapporto di fiducia tra te e il tuo amico a quattro zampe.
Vuoi che smetta di salire sul tavolo? Non sgridarlo:
invitalo a scendere e premialo quando lo fa. Puoi anche usare gli
snack per gatti Oasy, che sono l’ideale per creare piccoli momenti gratificanti che rinforzano il legame e aiutano nell’educazione.
Come educare il gatto all’uso della lettiera
Una delle sfide principali, soprattutto quando si
educa un gattino, è l’
uso corretto della lettiera. La buona notizia? I gatti sono, per natura, animali molto puliti. Ma devono sentirsi a loro agio. Per educarli con rispetto e senza forzature,
serve quindi creare un contesto favorevole, in cui si sentano a loro agio e riconoscano la lettiera come “il loro spazio”.
Per questo è importante
scegliere la lettiera giusta, valutando materiale, assorbenza, potere agglomerante e praticità. È fondamentale
posizionarla in un luogo tranquillo, lontano dal cibo e dalle zone di passaggio e
pulirla spesso (anche una sola esperienza negativa può portarlo a cercare “alternative”).
Poi un buon metodo è accompagnare il gatto dolcemente verso la lettiera dopo i pasti o appena sveglio:
sono i momenti in cui è più probabile che debba usarla. Non forzarlo mai, ma
fagli capire che quello è il posto giusto. E poi vale la stessa regola: quando lo vedi usare la lettiera correttamente,
puoi premiarlo con una carezza, parole dolci o, ad esempio, un biscotto ripieno. È un modo per associare l’uso corretto della lettiera a un’esperienza positiva.
Come educare il gatto a non graffiare divano, mobili e tende
Tutti i gatti, prima o poi,
scelgono il posto sbagliato per affilarsi le unghie: il divano, le tende, un mobile. Non lo fanno per farci un dispetto, ma è
parte del loro istinto e serve a
marcare il territorio, a
tenere le unghie in ordine o
rilassarsi.
In questo caso è
molto importante offrirgli un’alternativa adatta, un oggetto posizionato in un punto strategico della casa (esempio un tiragraffi) studiato proprio per aiutarlo a “sfogarsi” liberamente.
Se il comportamento di graffiare divano, mobili o tende persiste quello che puoi fare è
interrompere il comportamento, ma non in maniera brusca,
e portalo verso il tiragraffi. In poche parole:
urlare o punire non serve. Se vuoi che smetta di graffiare il divano, devi semplicemente
insegnargli che esistono alternative migliori.
Come educare il gatto a non mordere
Come accade per il
graffiare divani, tende e sedie, anche i
piccoli morsi fanno parte di quei comportamenti tipici che, se vivi con un gatto, conoscerai molto presto. Ma così
come puoi insegnargli a usare un tiragraffi, anche
il mordicchiare può essere gestito con rispetto, coerenza e un pizzico di pazienza.
Un accorgimento utile in questo caso?
Non abituarlo mai a giocare con le tue mani. Anche se nei primi mesi può sembrare innocuo, il gatto finirà per associare il contatto con il morso, ripetendolo anche da adulto. Meglio preferire giochi adatti, come bacchette, piume o palline in tessuto.
E se vuoi scoprire tutti gli altri consigli per
educarlo a non mordicchiare, leggi il nostro articolo
“Perché i gatti mordicchiano gli umani: le risposte che non ti aspetti”.
L’importanza della routine nell’educazione del gatto
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Per sentirsi davvero a proprio agio in casa,
i gatti hanno bisogno di stabilità. Ecco perché
una delle chiavi per educare un gatto e costruire una convivenza serena è
creare una routine. Non serve essere rigidi, ma coerenti: servirgli le sue
crocche preferite sempre più o meno alla stessa ora in un ambiente tranquillo,
dedicare momenti fissi alla cura del mantello o al gioco,
far trovare la lettiera pulita ogni giorno. Tutti questi piccoli gesti comunicano al tuo gatto che può fidarsi di ciò che lo circonda. E
quando un gatto si sente al sicuro, è più ricettivo, più calmo,
più aperto ad apprendere regole e abitudini.
Come educare un gatto, quindi? Non si tratta, infatti, di “insegnargli” a essere diverso, ma di
imparare a capirlo e indirizzare le sue abitudini verso una convivenza armoniosa. Con il tempo, pazienza e un po’ di esperienza, anche il gatto più teneramente indipendente può imparare a usare la lettiera, a non rovinare il divano e a rispettare i ritmi della casa. Perché
ogni gatto è un mondo a sé, ma tutti hanno bisogno della stessa cosa: una relazione vera, basata sulla fiducia.
E, sì, magari anche su qualche snack!